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FI N A L E  A  S O R P R E S A

E’ uscito in questi giorni, per le edizioni Bandecchi & Vivaldi, il libro Finale a sorpresa, di cui sono autori la scrittrice finalese Gloria Bardi e l’artista pisano Stefano Stacchini. Il libro sviluppa attorno al nome della cittadina ligure un gioco linguistico, ove la città è resa sorprendente da un’operazione di smontaggio e rimontaggio, tale da farne una città invisibile perché filtrata da uno sguardo creativo e compositivo, questo in 50 tavole tutte da guardare, raffinate e curate nel dettaglio. La parte di parola si realizza in 25 racconti dal finale a sorpresa. Chi guarda e chi legge non può non farlo almenouna seconda volta, cercando di capire e riposizionare le cose al loro posto. Gli autori amano parlare di manipolazione delle immagini e manomissione delle parole, sfida alla capacità di accorgersi, scoprire, intuire del fruitore/lettore. Gloria Bardi ha all’attivo diversi libri pubblicati e molte drammaturgie, Stacchini dalla pittura si è spostato nel tempo verso l’elaborazione digitale. Esempio ne sia la sua partecipazione, in quell’ambito, alla biennale di Venezia nel 2011 e la realizzazione degli affreschi digitali del battistero di Volterra nell’operazione Rosso vivo sulla deposizione del Cristo di Rosso Fiorentino. Il libro, di cui Vittorio Sgarbi ha visto la nascita, è stato prodotto da diversi esercizi finalesi, che si distinguono per l’attenzione alla bellezza e la tradizione.

               ISTRUZIONI PER L’USO

Ci sono molti modi per valorizzare e amare creativamente un territorio, lo si può fare anche attraverso una garbata infedeltà, che suoni come fantasia, o poesia visiva, e che sparigli le carte architettoniche e naturali per consentire a chi guarda di vedere con più acutezza, se è vero che per ritrovarsi bisogna un po’ smarrirsi. L’equilibrio naturale è quindi spezzato perché possa prendere vita una storia di appartenenza, la città di Finale è assorbita nel mondo del meraviglioso, i suoi elementi sono ritagliati e cuciti in una diversa trama di forme, dal risultato estetico potente, dove è bello che gli occhi dello spettatore, resi segugi dalla provocazione si lancino al gioco del riconoscimento, da soli o con altri, in una divertente sfida a chi più trova e più si accorge. Il sostantivo“spettatore” è quello che meglio si presta a definire la relazione tra il fruitore e la “mise in scène” di Finale presente nelle 50 tavole di questo volume, che la regia degli autori sviluppa come sofisticati colpi di scena.
Poi ci sono i racconti, tutti brevi, da leggersi in pochi minuti, accostati alle immagini non nel contenuto ma nel metodo narrativo. Il finale è sempre a sorpresa e spesso le parole sono usate per confondere i contesti e mescolarli, sfidando il lettore a interpretare e presentando la conclusione sotto forma, appunto, di colpo di scena. Gloria Bardi e Stefano Stacchini sono, non a caso, accomunati dall’esperienza del teatro, che perseguono come “drammaturgia visiva”, costituita dall’integrazione di sfondi iconografici e testi. Anche per i racconti si configura il gioco dell’indovinare, da giocarsi in solitaria o con altri, fermandosi e provando a calare le proprie carte intuitive a pochi passi dalla conclusione. E nell’insieme dei racconti è celata l’occasione per un gioco ulteriore, che consiste nell’individuare un elemento che ritorna, protagonista o fugace comparsa, in ciascuno di essi e che, in fondo, rappresenta il simbolo di ogni operazione in senso lato poetica. A chi legge, scoprirlo.



  

Stefano Stacchini, Gloria Bardi con Vittorio Sgarbi